venerdì 6 marzo 2020

Ci mettiamo sempre in gioco

Salve a tutti,
era da tempo che non curavo questo mio blog e oggi ho trovato un'occasione per farlo.
La improvvisa emergenza sanitaria degli ultimi tempi mi impone delle riflessioni e giustamente anche in questo caso ci mettiamo in gioco.
Ci piace giocare, giochiamo e impariamo, giochiamo per rispondere al richiamo della Vita, giochiamo per farci compagnia e stare insieme in allegria... e allora giochiamo!
Non chiedetemi a che gioco giochiamo però...
Per ora voglio solo mettere in piazza le mie riflessioni e mettere a disposizione il mio supporto, nel caso che possa servire a qualcuno.



Sento purtroppo molto di sovente in questi giorni parlare a proposito delle persone in difficoltà, non solo per la situazione assurda nella quale siamo costretti a vivere, senza la possibilità di una normale vita sociale, di aggregazione.  Sento parlare di genitori messi a dura prova dalle ordinanze restrittive contemporanee, genitori che faticano a gestire la propria prole nel quotidiano, giorno dopo giorno.  Sembra che prima d'ora non avessero mai pensato alla relazione con i propri figli, al tempo per stare insieme.

Ma forse non ci si era pensato per davvero e questa situazione ci sta semplicemente mettendo di fronte a noi stessi e alle nostre necessità di comprenderci e migliorarci.

Mettiamoci in gioco, non fermiamoci, diamoci da fare.
Questa sera per esempio ho scritto al sindaco del mio comune di residenza offrendo aiuto, informazioni e sostegno morale ai genitori in difficoltà con particolare riferimento a questo fenomeno.
(http://lascuolanaturale.blogspot.com/2020/03/offriamo-sostegno-se-possibile.html)
Se non ci si aiuta nei giorni nostri, nei giorni di chi dovremmo farlo?

L'istruzione famigliare può essere una risposta a questa situazione che molti definiscono delirante.
Se le informazioni circolassero in maniera corretta, le famiglie saprebbero già che è un loro diritto e una loro diretta responsabilità istruire i figli e decidere come farlo.  È possibile personalizzare il proprio progetto di istruzione famigliare e fare in modo che i bambini e i ragazzi seguano un percorso di loro reale interesse, con piacere e soddisfazione.  Ci sono così tante testimonianze di questo.
Si potrebbero ad oggi creare delle reti di supporto fra famiglie, per provare questa modalità specifica di educazione e istruzione per coloro che desiderano appunto mettersi in gioco.
Più in generale, si dovrebbe considerare l'istruzione parentale come una risorsa, visto che rappresenta una modalità efficace ed economica, sia dal punto di vista delle famiglie, sia dal punto di vista dello Stato.

L'istituzione scuola è sempre più in crisi e anche il governo fatica a gestire la complessità della faccenda istruzione-educazione-cultura-società-economia-ecc.
La risposta e la possibilità viene direttamente dalle famiglie, dai cittadini che si assumono una responsabilità e si mettono in gioco.  È un diritto (e un dovere) naturale e legale prendersi cura dei propri figli e della loro istruzione, questa cosa non va dimenticata!


E allora mettiamoci in gioco, perché il risultato dei nostri singoli sforzi sarà maggiore della somma matematica!

Alla prossima!

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